Il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt (1933-1945) disse: «Una nazione non può prosperare a lungo senza genitori e figli. Non ci sarà mai abbastanza lavoro, non ci saranno mai abbastanza beni materiali se non ci sono abbastanza bambini nati per consumarli o produrli». Una frase che riflette a pieno la realtà presente e futura in Italia.
Nel nostro Paese, la denatalità continua a destare preoccupazione. Nel 2023, i dati Istat mostrano un calo di circa 3.500 nascite tra gennaio e giugno rispetto allo stesso periodo del 2022. Lo spopolamento però è più di un semplice numero. È una lente attraverso cui è possibile esplorare una serie di questioni cruciali che plasmano il nostro destino comune.
Dalla fertilità alla salute riproduttiva, ci sono tematiche che gettano ombre di incertezza sul futuro della società. La natalità nel nostro Paese è una di queste. Pur accogliendo numerosi immigrati, non svanisce la prospettiva di una diminuzione della popolazione italiana. Questo si lega soprattutto alla figura della donna, che è madre e allo stesso tempo padrona della libertà di non esserlo. La gestazione per altri, la procreazione assistita e la sfera sessuale femminile sono argomenti ancora divisivi, per i quali non sempre si è liberi di autodeterminarsi e decidere del proprio corpo.
Le dinamiche demografiche, le migrazioni, i sei milioni di connazionali residenti all’estero e l’impatto del cambiamento climatico sollevano sfide di portata internazionale, richiedendo una stretta collaborazione tra l’Europa e istituzioni come l’Onu.
Immaginare l’Italia nel 2100, comporta il confronto con l’impatto potenziale dell’innovazione tecnologica e delle criptovalute sul nostro stile di vita e sul mondo del lavoro, suscitando ulteriori interrogativi su come preservare e promuovere il futuro della nostra società.
In questo numero del periodico Zeta, la natalità è il punto di partenza, con statistiche, approfondimenti, interviste e reportage.
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