Borsa di studio

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190 miliardi, fondi, prestiti, lettere della Ue e polemiche politiche. Da due anni la sigla Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, campeggia su tutti i titoli dei giornali, con accuse incrociate sui ritardi e le colpe della mala gestione dei progetti.

Dei quasi 200 miliardi destinati dall’Unione Europea all’Italia, 10 spettano soltanto al comune di Roma. La scadenza del 2026 incombe sulla città alle prese con l’organizzazione del Giubileo 2025. La redazione di Zeta ha deciso di approfondire l’argomento, non con una semplice esercitazione, non con un paio di incontri e telefonate, ma con una vera e propria inchiesta giornalistica, portata a termine alla fine del secondo biennio sotto il coordinamento di Carlo Bonini, vice direttore de la Repubblica e coautore del romanzo Suburra.

La redazione ha diviso la Capitale in zone e a ciascun gruppo sono stati assegnati uno o più municipi in cui verificare lo stato di attuazione delle opere legate al Pnrr. I progetti su cui è si è focalizzata l’attenzione di Zeta sono il Pinqua di Tor Bella Monaca, il Viadotto dei Presidenti, il teatro India e gli studios di Cinecittà. In quest’ultimo caso, le criticità anticipate dagli studenti si sono di recente tradotte in un rinvio da parte del governo dei progetti che dovevano essere finanziati con la quarta rata del Pnrr.

Con un mix di raccolta dati e lavoro sul campo, i praticanti hanno intervistato presidenti di municipio, cittadini e funzionari come Raffaele Barbato, direttore del dipartimento Pnrr e della pianificazione strategica di Roma Capitale. La causa dei ritardi emersa con maggior forza dall’indagine è la mancanza di comunicazione tra il Campidoglio, che cerca di accentrare tutte le funzioni su di sé, e i municipi che lamentano una scarsa considerazione da parte del sindaco.

Nell’ambito dell’inchiesta gli studenti del master hanno avuto anche modo di intervistare il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che ha spiegato loro come si sta muovendo per la realizzazione dei progetti e la gestione dei fondi. L’obiettivo del primo cittadino è  «una città innovativa, verde e sostenibile che cresce e crea sviluppo, contrasta le diseguaglianze e accorcia le distanze fisiche e sociali, ed è forte della partecipazione di tutte le cittadine e i cittadini. Tutto nella cornice organica della “Città dei 15 minuti” all’insegna della prossimità e della cura dell’educazione».

“Roma è ferma” è divenuto alla fine un prodotto multimediale realizzato con il software Shorthands, unendo scrittura, data visualization e interviste video sul modello delle inchieste del New York Times.

Leggi l’inchiesta completa su Zeta